In questi anni di impegno parlamentare, anche grazie al MoVimento 5 stelle, sono stati fatti passi da gigante sul fronte della tutela delle donne. Dal reddito di libertà al Codice rosso, la politica intera si sta facendo carico di un problema che purtroppo continua ad essere di drammatica attualità: una donna uccisa è una tragedia per la società e un fallimento dello Stato.
È innegabile che la pandemia da Covid, tra le altre cose, abbia peggiorato il fenomeno della violenza di genere, che resta una grave emergenza sociale. Per questo dobbiamo moltiplicare gli sforzi in Parlamento e chiudere la legislatura con l’approvazione di altre importanti riforme, a partire dal disegno di legge a prima firma Maria Edera Spadoni, che favorisce l’inserimento nel lavoro delle donne vittime di violenza, calendarizzato alla Camera.
Gli interventi normativi su cui abbiamo lavorato puntano su due fattori: da un lato favorire l’indipendenza economica, che agevola le donne ad uscire dalla spirale della violenza. Dall’altro garantire la protezione delle donne vittime di violenza, condizione necessaria per incentivare le denunce.
È sempre più evidente che accanto a interventi normativi che pure sono essenziali, serve quella rivoluzione culturale che si invoca da anni, che passa sia attraverso un investimento sulle giovani generazioni con l’educazione al rispetto dell’altro nei ragazzi, come chiesto da una nostra proposta di legge volta ad introdurre l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado, sia attraverso la formazione e la specializzazione oltre che delle forze dell’ordine anche di Pubblici ministeri e dei giudici.
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