La sentenza del Tribunale di Busto Arsizio sul caso di molestie sessuali nei confronti di una assistente di volo non può lasciarci indifferenti. Non sta a noi stabilire la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato, ma è evidente che le leggi attuali vanno integrate e rafforzate e va prevista una adeguata formazione di tutte le figure professionali che si occupano di questi temi. Il Parlamento deve intervenire prima possibile per garantire le tutele necessarie sul lavoro.
Purtroppo dobbiamo ricordare che si tratta di un problema estremamente frequente: secondo gli ultimi dati Istat (2016), sono un milione e 404 mila, circa l’8,9 per cento, le donne che nel corso della loro vita hanno subito questo genere di molestie sul posto di lavoro e oltre 424mila fra il 2013 e il 2016. Come MoVimento 5 stelle ci siamo impegnati in questi anni per rafforzare le tutele con la creazione di un Fondo assistenza per le vittime di violenza, con la proposta di legge sul reato di mobbing e straining, per fornire un servizio integrato psico-giuridico anche anche nella fase precontenziosa. Infine, non si può ignorare il tema della formazione, come sancito dalla Convenzione di Istanbul per la lotta alla violenza sulle donne, che deve riguardare anche giudici e magistrati, in particolare in materia di cooperazione coordinata interistituzionale, al fine di consentire una gestione globale e adeguata degli orientamenti da seguire in questi casi. Dobbiamo sempre mettere al centro i bisogni e i diritti delle vittime di questi episodi.