“Nei giorni scorsi ho depositato un’interrogazione al Ministro della Salute affinché valuti la correttezza delle procedure seguite dalla giunta regionale dell’Umbria in merito all’acquisto di 15mila test sierologici rapidi, cosiddetti “pungidito”, ed al prezzo pagato di 19,52 euro ciascuno, nonché ogni ulteriore verifica che si ritenga necessaria a tutela della salute pubblica”. Lo ha riferito la senatrice umbra del M5S Emma Pavanelli.
“Questo perché – continua la portavoce in Senato – sull’attendibilità dei test rapidi vi sono molte perplessità nella comunità medico-scientifica e lo stesso Ministero, con apposita circolare, ha chiaramente escluso l’uso di questi test per la diagnosi di positività all’infezione da coronavirus.
I 15mila test rapidi acquistati da una ditta italiana con il codice INPC-402S sono in realtà prodotti da una ditta cinese (Hangzhou Alltest Biotech Co Ltd) che lo stesso governo cinese, tramite la Chinese National Medical Products Administration, non ha inserito nella lista di quelli autorizzati.
Perplessità, poi, vi sono riguardo alle modalità attraverso cui la Regione ha proceduto all’affidamento dell’appalto e alla determinazione del prezzo d’acquisto che sembrerebbe molto superiore rispetto a quanto pagato da altre regioni: da 4 a 12 euro per singolo kit test, che ha determinato una spesa totale di poco inferiore a 300mila euro per un prodotto che presenta molti dubbi in termini di sensibilità e specificità”.