“Il passo indietro della Regione Umbria, guidata dalla leghista Tesei, sull’aborto farmacologico ci lascia sconvolti per almeno due motivi. Il primo è perché ci ricorda ancora una volta che per certe forze politiche il diritto all’autodeterminazione delle donne non è né scontato né acquisito una volta per tutte. Contro chi, invece di lavorare per garantire un diritto ancora negato a molte donne rimette indietro le lancette del progresso civile, la nostra battaglia deve continuare imperterrita e convinta, sempre”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, le parlamentari e i parlamentari del MoVimento 5 Stelle nel gruppo Pari Opportunità.
“Il secondo motivo è che abrogando quella direttiva proprio in un periodo delicato come questo si creano maggiori rischi, evitabilissimi, per la diffusione del coronavirus e dunque per la salute stessa delle donne. Non ci sono giustificazioni plausibili: la decisione della giunta umbra è retrograda e scriteriata. La strada della tutela dei diritti delle donne e della salute va in tutt’altra direzione di quella intrapresa dalla Tesei”, concludono.
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