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Ancora una volta la Regione Umbria guidata dalla legista Tesei sembra essere il banco di prova per le politiche liberticide care alle destre italiane. E questa volta lo fa con una limitazione alla libertà di espressione dei cittadini che rappresenta una gravissima e inaccettabile violazione dell’articolo 21 della nostra Costituzione repubblicana che tutela il diritto di tutti a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Ieri la giunta regionale ha approvato una delibera per l’adozione della ‘Social Media Policy’ della Regione Umbria che impone a tutti i dipendenti regionali e delle aziende forniscono servizi alla Regione, nonché a tutti i collaboratori e consulenti con qualsiasi forma di contratto, quindi anche i collaboratori dei consiglieri di opposizione, di non postare contenuti critici nei confronti della stessa amministrazione regionale. Al di là della gravità intrinseca di questo provvedimento, mi domando se la Regione pagherà qualcuno per controllare gli account social di ogni lavoratore e collaboratore.