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Lo scenario che si va configurando attorno al Superbonus al 110% lascia presagire un inesorabile depotenziamento di questo incentivo. Da una parte c’è la “mannaia” calata nel Sostegni-ter sulla circolazione dei crediti fiscali, che già sta zavorrando l’intera filiera edilizia creando rallentamenti evidenti. Dall’altra, due “attori” di rilievo come Poste e Cdp hanno sospeso le operazioni di acquisto dei sopracitati crediti, step preliminare di un blocco definitivo del servizio.
Ecco, come Movimento 5 Stelle ci pare di captare una qual certa volontà di destrutturare il Superbonus passo dopo passo: ci siamo già passati con il Reddito di Cittadinanza. In questo caso però ancora di più non se ne vede il motivo, considerati i numeri collezionati dal Superbonus in poco più di un anno e la massima convergenza di tutte le forze politiche sulla sua estensione. Il contrasto alle frodi, di cui nessuno nega esistenza e portata, non può passare per la punizione di chi lavora in maniera regolare. Si è fatta un’attenta valutazione sulle cause di queste truffe? Si è lavorato per capire come migliorare i meccanismi di controllo dell’Agenzia delle Entrate? Perché persiste una certa ritrosia a individuare forme di certificazione digitale di questi crediti? Ieri anche l’Ufficio Bilancio del Senato è stato netto: lo stravolgimento delle norme del Sostegni-ter rischia di essere oltremodo impattante per la nostra economia. E nefasto per le casse statali, in tema di minori entrate. Non permetteremo che questa misura finisca su un binario morto. Per arginare le frodi, lo ribadiremo fino alla noia, è necessario agire sulle cause.
Col Sostegni-ter blocchiamo soltanto procedure, lavori, investimenti e nuovi posti di lavoro, oltre a mandare fuori giri i tanti professionisti che stanno lavorando alle pratiche. Dal governo, e dal Mef in particolare, vogliamo quindi massima chiarezza: ci si crede o no in questi bonus edilizi? Prolungare il Superbonus a dicembre fino al 2023 e azzopparlo solo un mese dopo, a nostro giudizio, non è serio.