Pazienti con disabilità non presi in cura e famiglie in difficoltà lasciate sole. Le segnalazioni parlano di come, in gran parte dei 54 comuni di competenza dei servizi sanitari dell’Usl 2, le persone con disabilità cognitivo-relazionali, non siano prese in carico, costringendo le famiglie a doversi rivolgere a servizi specialistici privati al fine di poter avere un piano terapeutico ed eventualmente un percorso farmacologico necessario, tutto ciò a pagamento con ingenti esborsi monetari che possono mettere in pericolo l’equilibrio economico delle famiglie. Una discriminazione sociale in base alle possibilità economiche delle famiglie che mi ha spinto a presentare una interrogazione al ministro della Salute per verificare tali situazioni e tutelare il diritto alla salute e di accesso alle cure a persone con disturbi cognitivi e relazionali, soprattutto nei riguardi dei soggetti appartenenti alle fasce di reddito più basse.
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