Oggi grazie ad Assorimap siamo tornati ad affrontare l’annoso problema della sterminata produzione di plastica e delle sue difficoltà di smaltimento in un incontro appositamente dedicato. Siamo a pochi mesi da un risoluzione Onu che ha messo nero su bianco l’impegno a livello globale per una riduzione dell’inquinamento da plastica, ma nonostante questo le azioni concrete in questo senso sono al palo e dall’esecutivo aspettiamo ancora il decreto “end of waste” sulle plastiche miste. Noi italiani ne “consumiamo” oltre due milioni di tonnellate all’anno, e nei nostri mari continuano ad arrivare 90 tonnellate tra plastiche e micro-plastiche al giorno. Dal governo ci aspettiamo uno sforzo più deciso. Dall’1 gennaio di quest’anno i comuni hanno l’obbligo di raccogliere i materiali tessili, ma in realtà solo pochissimi lo fanno. Serve pure qui un decreto “end of waste” apposito, che dia indicazioni chiare su questo tipo di raccolta, da ampliare a calzature e accessori. Stesso discorso per i materiali relativi a un comparto cruciale come quello edile: urge la necessità di un provvedimento ad hoc che metta nelle condizioni il settore di produrre meno rifiuti e di avviare pratiche per innalzare il livello di riuso e riciclo.
Dobbiamo sforzarci di far uscire dalla cerchia ristretta degli addetti ai lavori e dei convegnisti i concetti dell’economia circolare: abbiamo livelli di inquinamento allarmanti che ci dicono che il tempo è scaduto. Il M5s in questa legislatura ha portato a casa una legge fondamentale come la Salvamare, ma sul fronte delle tematiche ambientali continuiamo a predicare nel deserto. Dal governo ci aspettiamo che si impegni con azioni più incisive da qui alla fine della legislatura.