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Il maxi traffico di rifiuti di scarti tessili scoperto dai carabinieri del nucleo operativo ecologico di Firenze, a cui va il mio ringraziamento per il lavoro svolto, pone l’accento sull’importanza di riaprire la discussione su un end of waste dedicato a questa delicata materia. Parliamo di un traffico di rifiuti che ha origine dall’industria manifatturiera pratese e che coinvolge gran parte del Paese passando per le province di Pistoia, Verona, Padova, Vicenza, Rovigo fino ad arrivare in Campania, a Salerno, per reati che vanno dall’associazione a delinquere, alla truffa fino ad arrivare all’abbandono in capannoni.

Dobbiamo spingere quanto più possibile sulla rigenerazione degli scarti dell’industria tessile. Come parlamentare ho depositato un disegno di legge ad hoc per incentivare il riciclo e il riuso di materiali dei capi di abbigliamento affinché si avvii un nuovo percorso di economia circolare e non sia gettata materia tra i rifiuti urbani. Occorre però che questo lavoro sia affiancato dal Mite con decreti appositi sul riciclo della materia.

Nel Recovery Plan che abbiamo presentato è presente il recupero del 100% del tessile e la creazione di textile hubs, il suppongo centri di raccolta e smistamento. Dobbiamo fare di più. Ricordo che dal 1° gennaio 2022 in Italia sarà obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili. Le opportunità che offre questa materia, soprattutto per quanto concerne il lavoro, sono infinite.