I dati Istat sulla produzione industriale diffusi oggi sono un’istantanea chiara degli effetti causati dall’austera politica economica del governo Meloni.
Quello di marzo è il terzo rilevamento consecutivo che ci parla di cali diffusi più o meno in tutti i settori produttivi, ma a preoccupare è quell’altisonante -3,2% su base annua, con picchi da tregenda come il -4,5% dell’alimentare.
Del resto, quando si sceglie la via dell’immobilismo in politica economica le conseguenze non possono che essere queste. Eppure il governo sembra molto più preso dalle pur importanti riforme istituzionali o da boutade colossali come il ponte sullo Stretto “made in Salvini”.
Se consideriamo le rate dei mutui alle stelle, le bollette che tornate a livelli spropositati, il costo della benzina rimasto a cifre folli, ecco che il quadro a tinte fosche per il nostro tessuto produttivo è completo.
Forse è giunto il momento che la Meloni tolga un po’ di carne dal fuoco della sua decretazione compulsiva, e si metta pancia a terra ad occuparsi delle vere priorità del paese. Dare impulso alla nostra manifattura, lo ricordiamo, è una di quelle.