C’è bisogno di fare chiarezza su una vicenda che negli anni svariate interpretazioni e che coinvolge quanti, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, sono emigrati in Lussemburgo, Francia, Svizzera, Germania, Belgio e altri Paesi all’estero in cerca di un lavoro e della fortuna.
Dopo il progressivo ritorno in patria negli anni 70 oggi questi ex emigrati percepiscono pensioni provenienti dagli Stati in cui hanno lavorato. Ma l’Agenzia delle Entrate impone che vengano applicate le tasse come se fossero erogate in Italia.
Molti pensionati hanno così deciso di non denunciare questi redditi in Italia, in quanto già tassati all’estero e peraltro in Paesi europei. Quando sembrava ormai certo che non andavano dichiarate al Fisco italiano, ecco che l’Agenzia delle Entrate di Perugia, nonostante le sentenze delle Commissioni tributarie, ha ritenuto corretto tassarle, in particolare ai danni di persone del comprensorio dell’alto Chiascio che emigrarono in Lussemburgo.
Così è ricominciato l’assalto fiscale a questa fascia pensionati che ricevono cartelle esattoriali che intimano il pagamento sia delle tasse che di sanzioni pesanti.
Ecco perché abbiamo depositato nuovamente, poichè la precedente è rimasta priva di riscontro, una interrogazione al ministro di Economie e finanze e degli Affari esteri affinché venga fatta chiarezza sulla situazione.