“Tirare fuori dal cassetto la Cnapi, la Carta delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi è stato un grande gesto di responsabilità e di trasparenza da parte dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente. Quella carta, basata su 15 criteri di tipo geologico, topografico, ambientale, culturale e infastrutturale, giaceva da oltre dieci anni nei cassetti; toglierle il segreto e renderla pubblica ha dato l’avvio alla più grande consultazione pubblica degli ultimi anni. Una procedura prevista per legge che coinvolgerà amministrazioni, associazioni di categoria e produttive, comitati, enti di ricerca, università, che porterà all’individuazione del sito dove costruire il deposito unico”. Così i portavoce M5S della commissione ambiente del Senato.
“Abbiamo letto in questi giorni tantissime fake news. Che siano i cittadini a essere disorientati ci può anche stare, ma che esponenti di istituzioni e amministrazioni locali abbiano sostenuto falsità, non è accettabile. Il dibattito, per quanto acceso, deve sempre poggiare su elementi di verità. A chi sostiene di non essere stato coinvolto rispondiamo che la consultazione è iniziata proprio il 5 gennaio, togliendo quel segreto all’epoca apposto per impedire il necessario dibattito per un insediamento così problematico. Questa è maturità istituzionale e politica. In Europa esistono almeno altri dieci depositi come quello del progetto italiano, in esercizio senza alcun problema. Attualmente le scorie radioattive, provenienti anche da attività mediche e industriali, sono conservate in diciannove depositi provvisori in giro per l’Italia. Il deposito nazionale sostituirà questi impianti pericolosissimi, e darà una sistemazione definitiva e sicura ai rifiuti radioattivi a bassa e media attività. Inoltre, potrebbe ospitare provvisoriamente anche rifiuti ad alta attività fin tanto che non si stabilirà e diventerà operativo il deposito unico profondo europeo, in via di definizione”.
“L’importante processo decisionale appena attivato consentirà peraltro di interrompere la procedura di infrazione comunitaria che pende sul nostro Paese per non aver ancora adottato un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi, come richiesto dalla direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio europeo. Continueremo a seguire da vicino il percorso di definizione della Cnai (Carta nazionale delle aree idonee) e poi del sito unico, sostenendo cittadini ed enti locali e soprattutto garantendo che si continui a operare con il massimo livello di partecipazione, di trasparenza e di sicurezza per trovare la soluzione più idonea”.