I più colpiti sono donne e disabili.
In quanto membro della commissione contro l’odio instituita alla Senatrice Segre nella scorsa legislazione mi rattrista sapere che questo fenomeno non accenna a diminuire.
Guardando i dati a livello nazionale, la situazione è allarmante, per questo motivo occorre, non solo educare gli adulti, ma anche e soprattuto i giovani con progetti specifici nelle scuole e negli ambienti educativi.
È assolutamente necessario che tutti i cittadini, sia quelli giovani ma anche quelli più maturi, si rendano conto che i commenti d’odio sui social non sono meno impattanti di quelli fatti a voce nella vita reale.
Inoltre, gli adulti, siano d’esempio per i giovani, che vedono, leggono e imitano i comportamenti dei più grandi.
Non è ammissibile che questi fatti siano ancora considerati “normali”.
L’odio razziale, i linguaggi offensivi, le denigrazioni sui social, si possono classificare con una sola parola: violenza.