Un presidente del Consiglio e un ministro dell’Economia dovrebbero conoscere il funzionamento degli investimenti e sapere che servono a generare ritorni economici in termini di gettito fiscale, posti di lavoro, taglio delle emissioni inquinanti, risparmio di gas e minori costi in bolletta per i cittadini. L’unica verità è che il governo spara cifre a caso, parla di debito quando Eurostat ha confermato che il 110% non impatta e non dice una parola su quanto graveranno sulle casse dello Stato le Naspi dei lavoratori dell’edilizia che rimarranno a piedi. Il governo ha suddiviso 110 miliardi di euro per 60 milioni di abitanti, ma i miliardi attivati dal Superbonus fino a ora sono 70. E questo senza tener conto che quei numeri andavano semmai spalmati in 5 anni di detrazioni e di un recupero del gettito fiscale fino al 70%. Infine, tutti sanno che il Superbonus negli ultimi due anni ha dato grande impulso alla ricostruzione nelle aree colpite da eventi sismici. In Umbria ne abbiamo una testimonianza diretta. Lo sanno anche in Fdi, tanto che nel Dl Ricostruzione hanno chiesto di estendere il 110% nel cratere del Centro Italia fino a tutto il 2025. In pratica la Meloni blocca la circolazione dei crediti fiscali mentre i suoi parlamentari ne chiedono l’estensione per le aree colpite dal sisma. Uno schiaffo ai terremotati e la conferma che il centrodestra è un caos che spazia dalla benzina ai bonus edilizi passando per i siparietti tragicomici sui balneari.
Thomas De Luca (consigliere regionale M5S Umbria) e Emma Pavanelli (capogruppo in commissione attività produttive alla Camera dei Deputati)