I prezzi dei carburanti stanno riprendendo la loro scalata incalzante: la benzina è a 1,9 euro a litro e il gasolio a 1,73. Senza contare la modalità “servito”, altrimenti le tariffe sono ancora più alte. Quotazioni che per il governo, però, non sono sopra il livello di guardia, e quindi non richiedono alcun intervento.
Un approccio miope, che non tiene conto affatto del combinato disposto del caro-mutui, dei costi spropositati degli affitti, dell’inflazione e del carrello della spesa che non accenna a diventare più sostenibile.
Come M5s continuiamo a ripetere che lo stop allo sconto sulle accise dello scorso dicembre sia stato un errore imperdonabile, perché il costo dei carburanti, rimasto da allora mediamente sempre elevato, va a incidere in modo duraturo sui prezzi di tanti beni di consumo e rappresenta ad oggi un problema insormontabile per tante imprese.
Il Ministro Urso ha annunciato più volte che grazie all’operato del governo il problema era risolto, ma per ora non si è visto nulla di concreto in termini di risultati.
Forse sarebbe bene che la Meloni, tra un viaggio all’estero e l’altro, si ricordi anche di governare una tantum o nei ritagli di tempo, perché il tessuto produttivo e le famiglie stanno letteralmente annaspando di fronte a questo caro-vita diffuso.
Delle varie voci che gravano sui cittadini, il governo non è intervenuto su nulla: questo è un triste dato di fatto.
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Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Alessandra Todde e Enrico Cappelletti