A poche settimane dalla fine del lockdown, quando il tema trasporti pubblici post coronavirus era tra i più caldi, costatiamo che la situazione riguardo la mobilità dell’Umbria è in crisi profonda.
I bus, a causa dell’emergenza da Covid, ora hanno una capienza massima di 18 passeggeri creando non pochi disagi nei confronti dei cittadini che, come risulta dalle tante segnalazioni. L’azienda di trasporti pubblici non ha provveduto ad aumentare il numero dei mezzi, lasciando cosi a piedi molti cittadini che prendono l’autobus per andare al lavoro, fare commissioni o visite ospedaliere e che ora molto spesso si trovano ad aspettare due o tre corse perché i mezzi, già raggiunta la capienza massima, sono costretti a saltare le fermate, lasciando a piedi tantissimi utenti.
Disservizi che non sarebbero mai dovuti accadere poiché era a tutti evidente che, a causa del distanziamento sociale, per assicurare il trasporto pubblico servisse una riorganizzazione della mobilità urbana.
Mi domando cosa succederà con la riapertura delle scuole a settembre. Alcuni istituti, come L’Itts Volta di Perugia, erano già in gravi difficoltà poiché trasportavano un numero minore rispetto agli studenti che frequentano la scuola.
I mobility manager dei Comuni umbri insieme alla Regione da settimane avrebbero dovuto già mettere in atto azioni forti per rispondere alle esigenze di tutti i cittadini. Invece di migliorare per la qualità della vita dei cittadini, la politica locale sembra sempre più distante dalle loro reali necessità. L’ennesima occasione persa per migliorare una mobilità cittadina già in grande sofferenza.