“Le buone intenzioni non servono a nulla quando nella realtà si continua a investire sulle fonti fossili, come dimostra il catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi (sad) pubblicato sul sito del MASE. è dl G20 del 2009 che la comunità internazionale ha deciso di ridurre, per arrivare ad eliminare, i sad, ma l’Italia fa storia a sé: non si capisce com’è che la spesa per i sad sia aumentata in modo significativo. Una scelta non solo miope per un Paese come l’Italia che ha sole, vento e mare in quantità, ma persino in contrasto con ogni obiettivo stabilito dall’Unione europea. Il M5S, con il decreto Sostegni ter, aveva iniziato a ridurli, un percorso che non ha avuto seguito. Anzi, addirittura i dati dimostrano quanto siano di gran lunga superiori a quelli ambientalmente favorevoli. Non basta dire di essere d’accordo a intervenire eliminandoli progressivamente entro il 2025, quando il 2025 è domani. Significa che da un anno all’altro il MASE pensa di passare da decine di miliardi di sovvenzioni a zero. Un proposito tanto ambizioso da apparire un ennesimo irrealizzabile slogan politico. Attendiamo i nuovi dati, prima di tornare a chiedere al questa maggioranza come intenda ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e tutelare le imprese dai meccanismi penalizzanti sulle quote di emissioni basate sull’ETS. Gli unici risultati visibili oggi sono bollette sempre più pesanti e benzina sempre più cara, ormai stabile sulla soglia dei due euro. E questo nonostante le sovvenzioni”. Così in Aula, durante il question time al Ministro Pichetto Fratin, la Capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Attività Produttive alla Camera dei Deputati, Emma Pavanelli.
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