“Resta alta l’attenzione sulla questione AgriFlor, la società con sede a Villa Pitignano che gestisce un impianto adibito alla produzione di fertilizzanti organici mediante processi di trattamento biologico di rifiuti biodegradabili e altri materiali.
La situazione dell’impresa ha assunto una dimensione ormai non più compatibile con le condizioni di vita dei residenti nella zona.
Oltre ad essere un’impresa insalubre di prima classe AgriFlor, ubicata vicino alle case dei cittadini, da ormai molti anni impone condizioni di vita che non sono accettabili; le nauseabonde emissioni dovute ai processi di macerazione e fermentazione all’aria aperta dei rifiuti producono una situazione di stress psico-fisico continuo sulla vita quotidiana, non potendo i cittadini residenti svolgere le normali attività quotidiane. A ciò si aggiunge il traffico di veicoli pesanti in entrata ed uscita dall’impianto industriale che aggiunge disagio al disagio.
Il diritto a fare impresa e conseguire utili non può essere prevalente sul diritto alla salute pubblica.
Ormai è evidente la necessità di delocalizzare l’impresa in un’area adeguata a tale tipo di attività.
A ciò si aggiunge il fatto che AgriFlor risulta non aver ottemperato alle prescrizioni contenute in sede di rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) del 2005, tanto che la Regione ha dovuto, dopo varie proroghe e richieste, emettere provvedimento di sospensione dell’attività.
Dato che l’impresa ha ritenuto di dover ricorrere al TAR Umbria, anziché conformarsi al provvedimento di sospensione, ho presentato un’interrogazione ai Ministri di Ambiente e Sanità affinché valutino la situazione al fine di emettere provvedimenti di competenza”.
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